Un luglio siccitoso da record mette in riserva le risorse idriche nel nostro territorio. Tra gli studi che la Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino svolge c’è anche quello sul reperimento di un bene primario come l’acqua. Da anni a Camerino è attivo un progetto dal titolo “Reservoir Characterization Project” (www.rechproject.com) coordinato dai professori Emanuele Tondi e Claudio Di Celma. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare le conoscenze sulla caratterizzazione e modellazione dei serbatoi naturali di geofluidi (come per esempio appunto l’acqua, i fluidi termali, il gas e il petrolio) per una migliore efficienza nel loro reperimento e una gestione attenta alla sostenibilità ambientale. Un pool di compagnie petrolifere finanzia il progetto e l’ultima arrivata si chiama Gas de France (Gdf Suez) che si unisce a Shell e Total. I soldi delle compagnie servono per portare avanti gli studi di terreno e di laboratorio e, soprattutto, cofinanziano studenti di dottorato e assegnisti di ricerca, che sono i veri motori del progetto di ricerca. Recentemente è anche nata uno spin-off “Geofluid Reservoir” con l’obiettivo di trasferire al mercato della libera professione del geologo i risultati di anni di ricerche.
Viaggio nell’ateneo camerte/1 – I geofluidi: reperimento e sostenibilità